
La popolazione occidentale invecchia sempre più, una tendenza generale che incrementa le patologie a carico di diversi apparati: malattie degenerative del sistema nervoso centrale, sovraccarico funzionale dell’apparato circolatorio, diabete, progressivo deficit dell’attività respiratoria per senescenza delle strutture broncopolmonari.
La funzione respiratoria può essere stimolata attraverso una particolare attenzione allo stile di vita: no fumo, moderata attività motoria, utilizzo di dispositivi (purificatori d’aria) in grado di abbattere la carica microbica degli ambienti domestici e di rimuovere sostanze nocive come batteri, muffe, acari della polvere, polline e altri allergeni.
A questo sintetico elenco bisogna aggiungere un altro presidio di prevenzione: la speleoterapia, o meglio quella che personalmente chiamo
speleoprofilassi respiratoria.
Questa profilassi rientra nel panorama della cosiddetta climatoterapia e viene somministrata in ambiente ipogeo (grotte naturali, miniere dismesse).
Possiamo distinguere una
speleoprofilassi primaria, rivolta ai soggetti sani (bambini e adulti) per la prevenzione di affezioni respiratorie, e una
speleoprofilassi secondaria, consigliata a chi già soffre di disturbi come asma, enfisema e altre patologie cronico-ostruttive.
In Italia il primo indirizzo di struttura pubblica per la speleoprofilassi respiratoria è quello del Centro Climatico di Predoi in Alto Adige (www.ich-atme.com), che nel 2013 celebra il suo decennale di attività. (Fonte immagine: archivio Di Spazio)